Rime della mia gioventu’,in differente idoma ne parlaste
Ed ora e’ la nostalgia a dirne il vero.
Un pacifico paesello montano,e giu’ per la via
Il pigro e stanco dondolio di un mulo da lavoro.
Color di creta della mia terra natia..e nei campi
Vedo il ritmo della vecchia falce muoversi
Sento il suono della lingua natia,
Vedo la valle Nella tradizionale canzone del raccolto
Nelle chiare e rinfrescanti acque del ruscello, Le trote argentate
In giosi giochi di risciaquo si cibano.
Sulla familiare collina, in covoni,giace abbondante,Il grano raccolto dai campi.
La gente si raduna ora, a contar le loro benedizioni
Un’altra stagione passa.E’ tempo del riposo, mentre e’ quasi il tramonto.
Mi sembra fosse solo ieri che anch’io ero li,quando a qualcun tardante dal
Lavoro.
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Madri e mogli attendevano in preghiera.
Anche se ero parte dei giovani di “casata” dell’ostentar ricchezze, o d’aria
Di padrona, io non ho mai scelto assumer tal posa.
In qualche modo, sentivo che il mio tempo in paese, era breve
Percio’ non ho preso nulla per sicuro ed ho amato tutto.
I tuoi costumi,Il tuo popolo e la tua terra.
Il tuo popolo una volta era la mia gente, e le tue roccie il mio paese.Con te ho
tremato quando dal campanile Le campane di allarme hanno suonato
Ho gioito con te a feste e a tanti matrimoni e fatto da madrina a nuovi nati,
come era costume Qundo cosi’ la tua gente chiedeva.
Ti rivedro ‘ paese amato?…
O saro’ solo a ravvivar memorie ed a viaggiare
solo nelle mie rime d’amore!